Nasce George Harrison

Quando:
Febbraio 25, 2023@11:15 pm–Febbraio 26, 2023@12:15 am
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George Harrison, il Beatle silenzioso e spirituale. Un artista straordinario, capace di mettere la firma su alcuni dei brani più famosi e amati del quartetto inglese, come The Inner Light, While My Guitar Gently Weeps, Here Comes the Sun e Something. Andiamo a ripercorrere insieme i momenti più importanti della sua carriera, alcune delle sue migliori canzoni e le curiosità sulla sua vita privata, per celebrare la memoria di un musicista e uomo indimenticabile.

Nato il 25 febbraio 1943 a Liverpool, sotto il segno dei Pesci, George Harrison si avvicinò al mondo della musica nella seconda metà degli anni Cinquanta. Ben presto fondò con il compagno di scuola Paul McCartney e John Lennon, amico di quest’ultimo, il gruppo Quarryman, che nel 1960 assume il nome di Beatles.

La vita dei Fab Four, che in quei dieci anni che cambiarono per sempre la storia della musica, è segnata anche dal mutamento di George. Se nei primi cinque anni di carriera, infatti, il gruppo si limitò a un pop rock standard, nella seconda metà degli anni Sessanta, con l’innesto di elementi tratti da musicalità orientali, iniziarono sperimentazioni raffinatissime. Alla base della metamorfosi del sound del gruppo l’avvicinamento di Harrison alla cultura e alla religione indiana, con il conseguente per strumenti come il sitar.

Dopo lo scioglimento dei Beatles, nel 1970, il chitarrista iniziò ufficialmente la sua carriera da solista, a 27 anni, con l’album All Things Must Pass. Un disco talmente maturo da essere considerato ancora oggi il suo più grande capolavoro. Il successo commerciale fu enorme: 7 milioni di copie vendute in tutto il mondo, grazie anche alla hit My Sweet Lord (brano per cui Harrison fu portato in tribunale con l’accusa di plagio).

Nel 1971 il musicista organizzò un concerto di beneficenza nel neonato Stato del Bangladesh, confermando la sua vicinanza all’India e alle culture orientali. Fu questa la prima iniziativa musicale per fini benefici di portata mondiale. Tra grandi successi e album più sottotono, l’ex Beatle proseguì nella sua carriera per tutti gli anni Settanta, ma nel 1981, dopo la pubblicazione di Somewhere in England subì un improvviso arresto. Harrison, che nel frattempo era impegnato anche come produttore cinematografico, si sentiva poco a suo agio nella scena musicale di quegli anni.

Tornò attivo nel 1987 con Cloud Nine, e nel 1988 il chitarrista fu anche ospite del Festival di Sanremo. Gli anni Novanta furono segnati da svariati progetti, tra cui Anthology dei Beatles, un film-documentario con ben tre doppi album.

George Harrison: la morte
Sempre silenzioso e lontano dalle scene quando non impegnato in progetti artistici, Harrison dichiarò nel 1998 in un’intervista di aver sconfitto un tumore alla gola, secondo lui provocato dal suo ritorno al fumo. Nell’occasione il musicista tranquillizzò i fan, dicendo di essere completamente guarito. Ma si sbagliava. Nel luglio 2001 venne diffusa la notizia di un suo ricovero in una clinica svizzera per combattere un tumore al cervello, poi sviluppatosi in un cancro a un polmone.

Stavolta l’allarme fu più preoccupante, e a maggior ragione. George Harrison morì per il cancro il 29 novembre 2001, a 58 anni, nell’abitazione di un suo amico a Los Angeles. Seguendo le sue volontà, la sua salma fu cremata e le sue ceneri sparse nel sacro fiume indiano, il Gange.

Un anno dopo la sua scomparsa, venne dato alle stampe il suo ultimo album, Brainwashed, che ottenne critiche positive e un discreto successo. Il disco, lasciato incompiuto dal chitarrista, venne completato dall’amico Jeff Lynne e dal figlio Dhani.