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Nov
29
Ven
Nasce Gaetano Donizetti
Nov 29 giorno intero

Gaetano Donizetti, fu uno dei maggiori compositori di musica operistica italiana del primo Ottocento e precursore del dramma musicale alla Giuseppe Verdi.

Nato a Bergamo il 29 Novembre 1797, appartenente a una famiglia poverissima, Donizetti fu accolto, all’età di nove anni, nella Scuola Caritatevole di Musica di Bergamo, diretta da Simone Mayr, al quale Gaetano rimase legato tutta la vita, proseguendo gli studi musicali con il Mattei al Liceo Filarmonico di Bologna.

La rappresentazione “Enrico di Borgogna” a Venezia nel 1818, segnò il suo esordio teatrale, seguita da “Falegname di Livonia”, ma solo con “Zoraide di Granata”, rappresentato a Roma nel 1822, ottenne il meritato successo di pubblico e di critica.

Firmato nel 1827 un buon contratto con l’impresario Domenico Barbaya, che lo impegnava a produrre quattro opere l’anno, Donizetti si stabilì a Napoli e compose lavori prevalentemente comici e di satira, raggiungendo il grande successo con “Anna Bolena” (1830) ed “Elisir d’Amore” (1832).

Nel 1829 era stato nominato direttore dei Teatri Reali di Napoli e, nel 1834, accettò la Cattedra di Composizione al Conservatorio della stessa città.

Nel 1832, alla morte di Vincenzo Bellini, nonostante l’antipatia dimostrata in vita nei confronti del musicista, Donizetti gli dedicò una Messa da Requem.

Nel 1835, Donizetti fece rappresentare a Napoli la “Lucia di Lammermoor” e, mentre la vita professionale del compositore andava a gonfie vele, venne colpito da una serie di lutti: in pochi mesi morirono il padre, la madre e la seconda figlia.

gaetano_donizetti – Lucia di LammermoorDonizetti interruppe ogni sua attività in Italia e, recatosi a Parigi, su consiglio di Gioachino Rossini, compose e rappresentò “Les Martyrs” (1840), “La Favorita” (1840) e “Rita ou le Mari Battu” (portata in scena a Parigi nel 1860).

Nonostante la sfortuna continuasse a perseguitare il musicista con la morte della moglie e di un’altra figlia, Gaetano Donizetti curò il dispiacere e la solitudine aumentando il ritmo del lavoro: in pochi anni scrisse “Don Pasquale” e “Don Sebastiano del Portogallo”, “Linda di Chamounix”, “Maria di Rohanna” e il “Conte di Chalais”.

A Vienna nel 1842, Gaetano Donizetti, ricevette l’ambita nomina di Maestro di Cappella di Corte, ma la sua salute, già gravemente compromessa dalla sifilide, peggiorò sempre di più ed alla fine, nel 1846, fu internato nel manicomio di Ivry-sur-Seine.

Nel 1847, Donizetti, trasportato a Bergamo, fu accolto dai baroni Basoni Scotti, che lo assistettero fino alla morte, sopravvenuta l’8 Aprile 1848.

La vasta produzione musicale del Donizetti, oltre a 73 melodrammi, alcuni dei quali ancora oggi vengono rappresentati nei Teatri Lirici di tutto il mondo, comprende 28 cantate, 19 quartetti, 3 quintetti, 13 sinfonie e ancora 115 composizioni sacre, molte liriche da camera e oratori.

Dic
8
Dom
Nasce Sibelius
Dic 8 giorno intero

Sibelius ‹sibéeliïs›, Jean (propr. Johan Julius Christian). – Musicista (Tavastehus 1865 – Järvenpää, Helsinki1957). Studiò con più maestri, tra i quali M. Wegelius e K. Goldmark. Insegnò (189397) nel conservatorio di Helsinki. Nel 1897 gli fu conferito dallo stato un vitalizio, che gli consentì di dedicarsi esclusivamente alla composizione: visse da allora a Järvenpää. Compì numerose tournées concertistiche con l’orchestra filarmonica di Helsinki. Nel 1914 riprese per breve tempo l’insegnamento al New England conservatory di Boston (USA). Nella sua vasta produzione teatrale, corale, vocale e strumentale si segnalano in partic.: l’opera La fanciulla nella torre (1896); le musiche di scena per Kuolema (“La morte”, 1903) di A. Järnefelt (dove si trova la celebre Valse triste) e per Pelléas et Mélisande di M. Maeterlinck (1905); sette sinfonie; i poemi sinfonici Una saga (18921901), Il cigno di Tuonela (1893; il pezzo fa parte della Lemminkäinen suite4 leggende dal Kalevala, op. 22), Finlandia (18991900); il concerto in re minore per violino e orchestra (190305). S. è considerato il maggiore esponente del movimento musicale finnico iniziato dal suo maestro M. Wegelius. Nella sua personalità si fondono elementi romantico-tedeschi con modi proprî del canto popolare finlandese. Con lo spirito popolare, S. ha anche assorbito l’essenza della leggenda finnica, riesprimendola soprattutto con l’evocazione dell’ambiente naturale che ne costituisce il suggestivo scenario nordico.

Dic
12
Gio
Nasce Frank Sinatra
Dic 12@10:58 pm–11:58 pm

Frank Sinatra nasce a Hoboken, nello stato del New Jersey, il 12 dicembre 1915.

Vive un’infanzia dura e umile: la madre Dolly, di origini liguri (Tasso nel comune di Lumarzo), fa la levatrice e il padre Martin, pugile dilettante di origini siciliane(Palermo), è vigile del fuoco.

Da ragazzino Frank è costretto da esigenze economiche a fare i lavori più umili. Cresciuto per la strada e non sui banchi di scuola, prima fa lo scaricatore di porto e poi l’imbianchino e strillone. A sedici anni, ha una sua band, i Turk.

Dic
17
Mar
Nasce Ludwig Van Beethoven
Dic 17 giorno intero

Ludwig van Beethoven nacque nel 1770 a Bonn (Germania), in una famiglia numerosa ma di cui solo tre figli su sette superarono la prima infanzia.
Succube del padre Johann, ubriacone e violento, della sordità che lo afflisse progressivamente, dell’incapacità di accettare regole e comportamenti sociali ed infine degli amori disperati, Beethoven non ebbe un’infanzia felice.
All’età di 14 anni, Ludwig fu preso come organista al servizio del nuovo arcivescovo della cappella di Bonn.Questo gli permise di approfondire gli studi e successivamente,convinto da amici, di recarsi a Vienna, dove conobbe Haydn, a cui fece conoscere alcune delle sue prime composizioni.

A causa delle invasioni francesi, l’arcivescovo di Bonn fu costretto a lasciare la città, ed il giovane compositore non esitò a sfruttare l’occasione per esporre la propria musica nei salotti aristocratici ed infine presso il ceto borghese che stava assumendo una maggiore importanza nella società.
Beethoven fu il primo grande musicista che esprimendo le sue passioni attraverso l’arte, partecipò attivamente alla vita del suo tempo venendo acclamato da quei borghesi che erano diventati il pubblico dei nuovi teatri Europei.

Le sue opere più famose le compose proprio tra il 1795 e il 1815 quando la sordità aveva preso il sopravvento e che lo costrinse a vivere in solitudine abbandonando l’attività concertistica. Ma egli riuscì comunque a sollevarsi appellandosi ai grandi ideali positivi:l’amore per l’umanità, la fratellanza e la bontà della natura e del suo creatore, dimostrandolo proprio nelle sue ultime opere composte prima di morire a Vienna nel 1827.

Dic
22
Dom
Nasce Puccini
Dic 22 giorno intero

Giacomo Puccini, il più importante compositore italiano della generazione post-verdiana, nacque a Lucca il 22 dicembre 1858 da una famiglia di musicisti: da molte generazioni i Puccini erano Maestri di cappella del Duomo di Lucca.

Dopo la morte del padre, quando aveva solo cinque anni, fu mandato a studiare presso lo zio Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non troppo dotato e scarsamente disciplinato.

Dal 1880 al 1883 studiò al conservatorio di Milano, dove fu allievo di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini. Tra le composizioni di questi anni spiccano un Preludio Sinfonico e un Capriccio Sinfonico scritto come saggio di diploma nel 1883.

Durante questo periodo milanese fu assiduo frequentatore di teatri e tramite la mediazione di Catalani entrò in contatto con Arrigo Boito, Franco Faccio, Marco Praga e gli ambienti della scapigliatura.

Puccini partecipò al concorso per opere in un atto indetto dall’editore Sonzogno nel 1883 con “Le Villi”, su libretto di Ferdinando Fontana.

L’opera non vinse il concorso, ma nel 1884 fu rappresentata con il titolo originale “Le Willis” al Teatro dal Verme di Milano sotto il patrocinio dell’editore Giulio Ricordi, concorrente di Sonzogno.

Rincuorato dal successo di “Le Villi”, Ricordi commissionò una nuova opera al duo Puccini-Fontana, destinata questa volta al Teatro alla Scala, ma “Edgar” (1889) non ebbe successo, e nei decenni successivi sarà radicalmente rimaneggiata da Puccini.

Nel 1891 Puccini si trasferì a Torre del Lago: ne amava il mondo rustico e lo considerava il posto ideale per coltivare la sua passione per la caccia e per le baldorie tra artisti. Di Torre del Lago il maestro fece il suo rifugio, facendosi costruire la villa che andò ad abitare nel 1900 e qui furono composte le sue opere di maggior successo.

Il primo grande successo internazionale giunse a Torino nel 1903 con “Manon Lescaut” (libretto di D. Oliva), la terza opera di Puccini che segnò l’inizio della collaborazione con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, i quali scriveranno poi i libretti delle successive opere più famose e rappresentate del teatro pucciniano.

” La Bohème” (Torino 1896, basata su una trama di Henry Murger), è forse l’opera più celebre di Puccini e tra le migliori del panorama operistico romantico.

Con “Tosca” (1900) Puccini sfocia nel melodramma storico a forti tinte che venne accolto con favore dal pubblico romano, mentre la successiva “Madama Butterfly” (Milano 1904, basata su un dramma di David Belasco) fu un solenne fiasco alla Scala che solo dopo alcuni rimaneggiamenti diventa, in seguito, un nuovo grande successo al Teatro Grande di Brescia.

Seguirono 6 anni di pausa durante la quale Puccini lavora ad un’enorme quantità di progetti abortiti, talvolta abbandonati ad uno stadio di composizione avanzato, infine, dopo viaggi e riflessioni, ricominciò a concludere le sue composizioni nel 1910.

La passione per l’esotismo da cui era nata “Madama Butterfly” spinge sempre più il musicista a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali internazionali dell’epoca, nasce così “La fanciulla del West”, un western ante-litteram, rappresentata per la prima volta al Metropolitan Opera di New York nel 1910 e nel 1917 “La Rondine”, concepita come operetta e nata come curioso ibrido tra operetta e melodramma.

La Turandot – Giacomo Puccini

L’eclettismo di Puccini si manifesta pienamente nel Trittico, rappresentato in prima assoluta a New York nel 1918. I tre pannelli, ciascuno della durata di un atto, presentano caratteri completamente diversi l’uno dall’altro: tragico e verista “Il tabarro”, elegiaca e lirica “Suor Angelica” e comico “Gianni Schicchi”.

Delle tre “Gianni Schicchi” fu subito la più popolare, mentre “Il Tabarro” inizialmente giudicata inferiore, guadagnò col tempo il favore della critica. “Suor Angelica” fu invece la preferita dell’autore. Concepite per essere rappresentate insieme, le tre opere che compongono il Trittico sono oggi il più delle volte rappresentate singolarmente, abbinate a opere di altri compositori.

Puccini compose 12 Opere, molte pagine corali, tra cui una Messa e un Requiem, liriche per canto e pianoforte e varie composizioni strumentali.

L’ultima opera, “Turandot”, iniziata nel 1920 rimase incompiuta, interrotta dalla morte di Puccini quando mancava soltanto il finale dell’ultimo atto: il compositore morì a Bruxelles il il 24 novembre 1924, per sopraggiunte complicazioni durante la cura di un tumore all’esofago.

La morte di Puccini fu un lutto per l’Italia intera e per tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo. Inizialmente il compositore venne seppellito a Milano, ma nel 1926 il figlio Antonio fece trasferire le sue reliquie a Torre del Lago in una piccola cappella privata della villa sul lago dove Puccini aveva composto i suoi capolavori.

Le ultime due scene della “Turandot” furono terminate da Franco Alfano, ma la sera della prima rappresentazione il maestro Toscanini interruppe l’esecuzione là dove il maestro l’aveva interrotta, con la morte di Liù.

Gen
5
Dom
Morte di Mozart
Gen 5@8:00 am–9:00 am

Ne vanta di primati il mistero della morte, a soli trentacinque anni, di Wolfgang Amadeus Mozart, uno dei più grandi geni musicali di tutti i tempi. Il più oscuro. Il più dibattuto. Il più impenetrabile. Il più romanzato. Il più indagato tra medicina e storia nei due secoli abbondanti che separano il nostro tempo da quel 1791, quando, dopo alcune settimane di malattia, e mentre lavorava al Requiem, Mozart morì. Ma di quale malattia? Da allora, l’interrogativo non ha mai cessato di aleggiare. E continua, senza tregua, a proporre e riproporre ipotesi, spinte, alcune, dai progressi delle conoscenze mediche, mentre restano sullo sfondo i sospetti di avvelenamento per opera dei gesuiti, dei massoni, del suo rivale e acerrimo nemico, il compositore di corte Antonio Salieri. Senza dimenticare gli effetti di una combinazione di farmaci, tra cui il mercurio per il trattamento della sifilide. Lo studio più recente sostiene la tesi di una sindrome nefritica, complicanza renale di un’infezione da streptococco.

La supposizione si basa su una forzatura dei segni fisici patognomonici, quelli cioè che consentono la diagnosi di una malattia.

Infatti, i testimoni oculari, che gli furono accanto negli ultimi giorni di vita, non parlarono di un edema grave. Mozart si era messo a letto con febbre alta, accompagnata da abbondante sudorazione, dolori addominali e vomito, gonfiore alle gambe e indolenzimento. Stando alla diagnosi di uno dei medici – che notò un esantema – si trattava di una “febbre miliare” che fu curata con ripetuti salassi, in linea con le strategie terapeutiche dominanti per secoli. Sulla base di questi pochi dati certi, le ipotesi sulla causa della morte di Mozart, così come quelle sulla sua storia medica, si sono moltiplicate lungo i secoli fino ad alimentare una torrenziale produzione di studi “specializzati”. Che si arricchiscono, di continuo, di spericolate diagnosi retrospettive e di teorie strampalate e rocambolesche dovute a patologi, neurologi, psichiatri, farmacologi, perfino neurochirurghi, che hanno sottoposto a esami il cosiddetto “teschio di Mozart” che – come si è poi scoperto – non era quello del grande compositore austriaco, il cui corpo fu sotterrato – causa indigenza – in una fossa comune.

In un articolo pubblicato nell’edizione natalizia dell’autorevole rivista medica, British Medical Journal, il medico e musicologo francese Lucien R. Karhausen, già membro della Commissione delle comunità europee, ha messo insieme un impressionante, curioso catalogo che comprende ben 140 cause di morte, 85 malattie, 27 turbe mentali, tra cui deliri, crisi epilettiche, sindrome di Capgras, sindrome da deficit di attenzione e disordine d’iperattività. E, ancora, psicosi, depressione maniacale e via delirando. Come se non bastassero, negli anni Ottanta si è aggiunta la sindrome di Tourette, ritenuta responsabile delle note tese e dissonanti di uno dei Quartetti dedicati ad Haydn. Ne è risultata una “narrazione” psichiatrica che si ritrova nel film Amadeus, ambientato nella Vienna gaia e libertina del ‘700 dove il giovane Mozart, sboccato, gaudente, volgare, incanta con la sua musica la corte di Giuseppe II.

Letture selettive delle fonti originali, citazioni sbagliate, perversione dei criteri diagnostici hanno portato a una serie di errori d’interpretazione, sempre in agguato nelle diagnosi retrospettive. Il lunghissimo elenco delle malattie che avrebbero afflitto la breve vita di Mozart comprende: l’influenza, diversi tipi d’infezione da stafilococco, streptococco, o meningococco, per vincere le quali, in un’altra era, sarebbe stata sufficiente una confezione di antibiotici; setticemie varie, scarlattina o morbillo, febbre tifoide o paratifo, tifo, tubercolosi, trichinellosi. E via avanzando ipotesi, dalle malattie più comuni alle più rare.

Ma perché la storia medica dell’uomo che con la sua musica ha incantato il mondo intero suscita e continua a suscitare una così insaziabile curiosità? Che importa, dopotutto, come Mozart morì? E’ stato uno dei più grandi geni e uno dei più talentuosi musicisti che la storia ci ha dato, ma alla fine era umano, come tutti, nonostante il suo dono divino, ed è stata un’umanissima malattia a porre fine ai suoi giorni.

Gen
19
Dom
Nasce Janis Joplin
Gen 19 giorno intero

Janis Joplin è stata una donna unica, una cantante leggendaria, destinata a scrivere il suo nome per sempre nel mondo della musica blues, soul, rock americana e non solo, in pochissimi ma intensissimi anni di carriera. Ancora oggi il suo talento immenso è fonte d’ispirazione per artisti di tutto il mondo. La celebriamo ricordando 10 curiosità sulla sua vita privata e la sua carriera.

Chi era Janis Joplin

Janis Lyn Joplin nacque a Port Arthur, in Texas, il 19 gennaio 1943 sotto il segno del Capricorno. Cantante di assoluto talento fin da giovane, raggiunse il successo sul finire degli anni Sessanta, come voce femminile dei Big Brother and the Holding Company.

Dotata di una vocalità troppo prorompente per poter essere confinata nella musica della formazione psichedelica, si staccò dalla band dopo due album per proseguire come solista (accompagnata prima dalla Kozmic Blues Band, poi dalla Full-Tilt Boogie Band). In tutta la sua carriera pubblicò solo quattro album, due con i Big Brother, due da solista, ma riuscì a rivoluzionare letteralmente il modo di cantare e di comportarsi sul palco. Tra le sue canzoni più belle, famose e importanti, ricordiamo la super hit Piece of My Heart, la reinterpretazione da brividi di Summertime, le grandi ballate come Maybe o Cry Baby, ma anche il gospel di Mercedes Benz.

La morte di Janis Joplin

Janis Joplin fa parte del leggendario e malinconico club dei 27, gli artisti scomparsi all’età di soli 27 anni, tra i quali figurano anche Jim Morrison e Amy Winehouse. Il suo corpo senza vita venne ritrovato nella stanza di un hotel di Los Angeles il 4 ottobre 1970. Dall’autopsia si scoprì che a causare la morte dell’artista era stata un’overdose di eroina. Dopo la morte, Janis Joplin venne cremata al Westwood Village Memorial Park Cemetery della città californiana, e le sue ceneri vennero sparse nell’Oceano Pacifico.

La vita privata di Janis Joplin

Da giovanissima Janis non fu particolarmente fortunata nei suoi rapporti personali. Durante gli anni delle scuole superiori venne bullizzata per l’aspetto fisico e per gli ideali di uguaglianza tra bianchi e neri, in un Texas ancora fortemente razzista. Le cose non migliorarono all’università, dove venne addirittura votata come ‘uomo più brutto del campus’. Fu anche per questo motivo che finì per abusare di alcol e sostanze stupefacenti nel corso degli anni. Janis era dichiaratamente bisessuale, e durante la sua breve ma intensa vita da artista ebbe amanti di entrambi i sessi, tra cui anche personaggi famosi come Leonard Cohen e Jimi Hendrix. La sua storia più importante con una donna fu quella con Peggy Caserta, groupie e spacciatrice con cui era legata da un rapporto anche di amicizia. Nei primi mesi del Settanta la cantante iniziò una relazione con un giovane insegnante, David Niehaus, che però mal sopportava il suo abuso da eroina e il rapporto ambiguo con Peggy. Per amore, Janis tentò in quei mesi di ripulirsi dall’eroina, e gli scrisse anche una lettera per cercare un riavvicinamento. Ma la risposta a questa missiva arrivò troppo tardi, quando della Joplin rimanevano ormai solo un mucchio di ricordi e tanti, troppi rimpianti.

Sai che…

-Janis si avvicinò al blues quando era ancora giovanissima. Tra le sue prime ispirazioni figuravano artiste come Bessie Smith e Big Mama Thornton.

-Una delle passioni adolescenziali della Joplin, oltre alla musica, fu il disegno.

-Non completò mai gli studi universitari, distratta ovviamente dal successo nel mondo della musica.

-Il 17 giugno del 1967 si esibì con i Big Brother al Festival Pop di Monterey. La sua performance su Ball and Chain è rimasta nella leggenda.

-Janis è stata una delle protagoniste del mitico Festival di Woodstock del 1969.

-Prima di morire, la Joplin acquistò una lapide per Bessie Smith, un suo idolo adolescenziale.

-Nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame, e nel 2005 le è stato assegnato un Grammy alla carriera.

-Janis Joplin era alta 1 metro e 65.

-L’artista texana ha influenzato moltissime sue colleghe negli anni a venire, tra cui Florence Welch e Stevie Nicks.

-La sua leggenda non è mai morta e su Instagram Janis Joplin ha un account ufficiale a lei dedicato da oltre 370mila follower.

 

Gen
22
Mer
Nasce Charlie Chaplin
Gen 22 giorno intero


Colonna portante del cinema, Charlie Chaplin è stato uno dei cineasti più influenti dell’epoca moderna e contemporanea, capace di influenzare il linguaggio e la modalità di racconto del cinema contemporaneo. Eccellente fu anche la sua capacità interpretativa che, nel corso della sua vastissima cinematografia, ha dato vita a personaggi immortali e noti ancora oggi.

Nato il 16 Aprile del 1889 nei sobborghi di Londra da una famiglia già dedita alle pratiche dello spettacolo e del teatro, l’infanzia di Charlie Chaplin fu però contraddistinta dalla povertà e dal continuo passaggio tra collegi e istituti per orfani. Charlie Chaplin si sarebbe poi contraddistinto per la grande capacità espressiva del suo volto, capace di esplodere con tutta la sua potenza sullo schermo cinematografico, nonostante la mancanza della controparte sonora: una capacità, di cui Chaplin imparò i rudimenti lavorando nella troupe di Fred Karno.

La grande svolta, però, non arriva né col teatro né con la pantomima circense: fu il cinema la passione e l’indiscusso trampolino di lancio di Charlie Chaplin. Il cinema fu un settore al quale approdò nel 1914 grazie a Mark Sennett che lo scritturò per la Keystone, sua casa di produzione.

Furono quelli gli anni in cui nacque il personaggio forse più famoso di Charlie Chaplin, caratterizzato soprattutto a livello visivo: scarpe dalla grandezza smisurata, pantaloni troppo larghi, e una giacchetta lisa e aderente al corpo; tocco finale una bombetta e un bastone di bambù che, accompagnate alla straordinaria mimica dell’interprete, ne fecero una maschera che negli anni successivi riuscì a conquistarsi la celebrità ma soprattutto la fedeltà del pubblico.

Il personaggio di Charlot (questo il nome del vagabondo personificato da Chaplin) fu protagonista di moltissimi cortometraggi prodotti da altrettante case di produzione. Quello a cui veniva data vita sullo schermo era un personaggio comico che, però, racchiudeva al suo interno un universo variegato di sensazioni che vanno dal patetico , al dramma fino alla polemica di stampo sociale.

Fu probabilmente questo il motivo che lo spinse non solo a rivestire il ruolo di attore, ma anche quello di regista: Charlie Chaplin fu quindi un personaggio estremamente versatile, capace di ricoprire tutti i ruoli maggiori all’interno di una produzione cinematografica. Attore, sceneggiatore ma anche regista diventò a breve anche produttore: fondando la United Artists, Chaplin decise di essere artisticamente indipendente.

Parlando delle sue opere più famose, invece, non si può non nominare ‘Il Monello’ che, proiettato per la prima volta nel 1921, consacrò Charlie Chaplin nell’olimpo degli dei del cinema. Da lì a poco l’attore e regista si aggiudicò, giovanissimo l’Oscar alla carriera: ad oggi nessuno è ancora riuscito a superare il record.

Non si può poi nominare il bellissimo Luci della città con il quale Chaplin si affacciò per la prima volta al sonoro, pur non abbandonando la pantomima che aveva da sempre caratterizzato i suo lavori.

Del 1931 è invece Tempi Moderni, l’ultima pellicola nella quale compare il personaggio di Charlot. Avendo preso così tanto piede il sonoro, il personaggio di Charlot che, come affermava lo stesso Chaplin, ‘non poteva parlare’, doveva necessariamente essere abbandonato. Un abbandono che, tuttavia, fu seguito da un altro capolavoro, questa volta realizzato in modo completamente sonoro. Parliamo de ‘Il Grande Dittatore’, proiettato per la prima volta nel 1940 e chiaramente ispirato al personaggio di Hitler, fu il grande addio a Charlot.

Un addio che corrisponde altresì a un’interruzione dell’attività cinematografica, che Chaplin riprese circa 7 anni dopo con Monsierur Verdouz, dopo il quale la già precedente accusa del suo filocomunismo divenne più insistente, fino a far diventare Chaplin uno dei principali bersagli del noto movimento anti-comunista di McCharty. Un’accusa che divenne concreta nel 1952 quando all’attore e regista fu proibito di soggiornare negli Stati Uniti.

Dopo due ulteriori produzioni cinematografiche Charlie Chaplin morì la notte di natale del 1977 lasciando il mondo orfano di uno dei più grandi interpreti e registi che la storia abbia mai conosciuto.

Gen
27
Lun
Nascita di Mozart
Gen 27@8:00 am–9:00 am

Wolfgang Amadeus Mozart nacque il 27 gennaio 1756 alle ore 20.00 al numero 9 di Getreidegasse a Salisburgo,[13] capitale del principato arcivescovile di Salisburgo, all’epoca territorio sovrano appartenente al Sacro Romano Impero nel Circolo Bavarese. Wolfgang fu battezzato il giorno dopo la sua nascita presso la cattedrale di San Ruperto.

La notizia della nascita di Wolfgang venne data dal padre Leopold in una lettera del 9 febbraio 1756 a un amico di Augusta, Johann Jakob Lotter:« Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere la placenta e perciò ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a Dio, sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino porta i nomi di Joannes Chrysostomus, Wolfgang, Gottlieb. »

Gen
31
Ven
Nasce Franz Schubert
Gen 31 giorno intero

Franz Peter Schubert nacque a Lichtental, piccolo sobborgo di Vienna, nel 1797. Sebbene sia venuto a mancare alla prematura età di 31 anni, egli può essere considerato il primo musicista Romantico, originale sia nelle composizioni musicali sia in quelle vocali. Nonostante la sua breve vita, scrisse circa 600 Lieder. Compose anche 10 sinfonie con il pianoforte, ma una di queste, la n°8 rimase incompiuta. Venne così chiamata “Incompiuta” ed è una delle sinfonie più celebri di tutti i tempi. Schubert studiò con il maestro di cappella della chiese di Vienna. Dal 1808 al 1813 frequentò lo Stadtkonvikt, dove studiò con Wenzel Ruzicka e, successivamente, con Antonio Salieri. Sotto la guida del maestro di cappella, Schubert fu in grado di comporre le prime ouverture e sinfonie. Nel comporre sinfonie e Lieder non usò il pianoforte, ma compose la musica come se stesse scrivendo parole, apportando pochissime correzioni. Nel maggio 1814 Schubert scrisse un canto “Messa” che fu suonata nella parrocchia di Lichtental. Nel 1815 portò a termine 4 Opere, 150 Lieder per voce e pianoforte, 2 Sinfonie, 2 Sonate pianistiche, 2 Messe, un Quartetto per Archi, e, soltanto l’anno dopo, compì altri 100 Lieder, le Sinfonie n° 4 e n° 5 e la “Messa n° 4“. Nel 1827 Franz Schubert pubblicò 24 Lieder e nel 1828, scrisse l’opera intitolata “Improvvisi”, senza, però, riuscire a pubblicarla. Franz Peter Schubert morì a soli 31 anni, di febbre tifoide, il 19 novembre del 1828. Egli riposa nel cimitero viennese di Wharing, a pochi metri di distanza da dove è sepolto Beethoven, che in vita tanto ammirò, ma che mai ebbe l’occasione di incontrare.